La performance prende le mosse dall’analogia Città/Madre, un’identità sentimentale e genetica fra l’uomo e il suo luogo, una prefigurazione del futuro e la memoria del passato, autorità e dolcezza.

La madre rappresenta per il bambino quello che la città rappresenta per l’uomo, un terreno dove misurarsi e riconoscersi. Compiamo dunque nella performance, allo stesso tempo, due viaggi: da una parte quello del pubblico dentro la città trasformata dall’intervento artistico e dall’altra un meta-viaggio, un filo poetico, che porta un personaggio, un viaggiatore, a interrogare la città come se fosse una mappa degli affetti, un ventaglio di possibilità umane.

Il pubblico sarà chiamato ad assistere ai vari momenti come seguendo un continuo piano sequenza, fermandosi solo in alcuni posti qualora un ascolto o una visione lo renda necessario.

La performance consta di un attraversamento artistico della città di Assisi, dalla partenza all’Orto degli Aghi al finale a San Francesco, passando per via Montecavallo, San Rufino, Santa Chiara, le fonti di Mojano e molti altri luoghi meno conosciuti.

La variabile (che renderà ogni serata unica e irripetibile) sarà costituita dall’artista musicale (o dall’ensemble) che intesserà la colonna sonora portante: in ognuna delle tre repliche sarà diverso, apportando una differente inerzia al cammino e permettendo di trasfigurare i luoghi e gli spazi secondo la propria suggestione. A dialogare con questa variabile un gruppo stabile di danzatori, performers e cantanti.